Oggi primo maggio 2022, “Festa dei lavoratori”…
Tante riflessioni solleticano la mia mente desiderose di prendere forma sotto forma di parole, parole da scrivere, parole che hanno bisogno di dare voce ai miei pensieri per essere ascoltate. Mentre scrivo, ascolto la tv che propone un comizio, in collegamento da Assisi, in cui parla il segretario di una organizzazione sindacale nazionale in occasione della festività del primo maggio… A dire il vero ho iniziato a scrivere sollecitato proprio dal contenuto di tale comizio. Mentre il segretario nazionale si strappa quasi le vesti per il pathos che mette in quello che dice, mi viene in mente una grossa contraddizione. Mi spiego meglio: il sindacalista afferma che il ruolo del sindacato è quello di tutelare il lavoratore CONTRASTANDO LE INGIUSTIZIE provenienti da qualsivoglia livello. Anche un altro segretario nazionale, di altra organizzazione sindacale, una volta presa la parola, si da un bel da fare nel dare indicazioni per poter garantire i diritti dei lavoratori, dei pensionati, dei giovani, ecc. Anche questa mi sembra una grossa contraddizione perché, a mio avviso, anziché parlare solo dei massimi sistemi che coinvolgono la nostra nazione in questo momento (guerra, caro bollette…), bisognerebbe parlare di questioni pratiche. La più importante questione PRATICA che mi viene in mente è quella di obbligare le pubbliche amministrazioni a pagare le spettanze ai propri fornitori che, secondo un servizio andato in onda in un TG nazionale di ieri, ammontano a quasi 60 miliardi di euro. Per ottenere tali spettanze i fornitori attendono sino a due anni, ovviamente la situazione è ancor peggio nelle zone del sud Italia. Il paradosso sta nel fatto che la Pubblica Amministrazione intima e pretende di avere pagate (giustamente) tutte le tasse previste nell’immediato e se non le paghi (per mancanza di liquidità causata appunto dal mancato pagamento delle prestazioni effettuate alle pubbliche amministrazioni) inizia un vortice di problemi che vede come primo scoglio il mancato ottenimento del D.U.R.C. (Documento Unico di Regolarità Contributiva). Una realtà come quella dell’Associazione Il Favo va avanti solo attraverso il ricorso alle banche a cui cediamo il credito per ottenere liquidità, il risultato è l’incremento dei debiti e la continua giustificazione nei confronti dei nostri fornitori che pretendono, avendone pieno diritto, il pagamento delle loro spettanze. Ritornando al discorso del segretario nazionale, relativo al contrasto delle ingiustizie nei confronti dei lavoratori e partendo dall’esperienza che vivo quotidianamente come datore di lavoro di oltre 20 dipendenti, non posso non GRIDARE, in questo #PRIMOMAGGIO, il forte disagio che io, i miei e tutti quei lavoratori, che danno anima e cuore per un lavoro difficile come quello svolto nel sociale all’interno di Comunità, Case d’Accoglienza ecc., viviamo quotidianamente causato dai notevoli ritardi (6/9 mesi) nei pagamenti degli stipendi. Tutti i lavori hanno la loro dignità e tutti i lavori hanno diritto ad essere retribuiti, ma ci tengo a sottolineare che il lavoro nel sociale necessita ancor di più essere riconosciuto e valorizzato. Chi sceglie di lavorare nel sociale combatte ogni giorno delle dure battaglie affinché la vittoria porti al raggiungimento di obiettivi per il bene dei ragazzi e delle donne che ci vengono affidati. Ogni mio dipendente non è solo un semplice dipendente, ma è un educatore che si contraddistingue per il coraggio, la forza, la determinazione ma soprattutto per l’amore che dona quotidianamente mettendosi a servizio del prossimo.
Per questo primo maggio auspico soltanto che tutti, a vari livelli, facciano il proprio lavoro BENE nel rispetto della propria ed altrui dignità, puntando sempre in alto verso il BENE COMUNE.
“Nessuno può fischiettare una sinfonia. Ci vuole un’intera orchestra per riprodurla.” (H.E. Luccock)
Filippo Pizzo (Presidente dell’Associazione Il Favo)